Identità e amore nelle opere di Caterina Tosoni

Ludica ed etica, la verve creativa di Caterina Tosoni riconfigura plasticamente personaggi, oggetti, concetti, con assemblaggi casuali di pezzi e di scarti, frammisti a strumenti, utensili e prodotti, rivestiti dal manto di un pastoso colore.

Dadaismo e Nuovo Realismo si intravedono nell’operatività dell’artista, ma in tale matrice si innesta la cifra rivelatrice della sua identità, del nostro tempo, e di un monito etico di suggestiva valenza.

La vita quotidiana dell’universo femminile riverbera in mollette, forchette, cucchiaini, pezzi di lego, che assurgono a trofeo di incombenze domestiche: lavare, cucinare, accudire…Il telecomando, la musicassetta, il rasoio usa e getta –cimeli maschili di svago, interessi e cura di sé- sembrano alludere a una condizione esistenziale egoica, autocentrica, irrelata dal peso di responsabilità e doveri e lanciata  verso l’edonismo, l’ideale, o la meta ambiziosa dell’affermazione personale (vedi Ricomposizione).

L’antinomia identitaria maschile-femminile si dissolve nell’osmosi indistinta dell’unità nazionale (vedi Uguaglianza), e anche quest’ultima sembra trasmutare e sublimarsi nel desiderio di ciascun essere umano dell’esperienza gratificante di dolcezza e calore (vedi Nutella).

Dai libri sgorga la conoscenza del mondo (vedi Il cammino della parola), ma dobbiamo imbrattarci le mani con i colori della vita e manipolare oggetti d’uso per imparare ad amarlo…questo nostro mondo.

Rossella Pesce