Il ruolo dell’artista nella società complessa

“Il creatore d’arte è l’intuitivo catalizzatore di tutte le informazioni della sua epoca”. Victor Vasarely, il padre dell’optical art, definiva così già negli anni Cinquanta, la funzione della contemporary art. Una visione cui non era certamente estranea la formazione del maestro magiaro che, fino a quarantanni si era dedicato, più che all’arte, al lavoro di pubblicitario. E una pubblicità funziona se anticipa, o almeno cavalca le tendenze. In questa mostra Caterina Tosoni, riprende in pieno la lezione di Vasarely. Il motivo conduttore della sua personale è proprio quello di interpretare la realtà di oggi, affrontando i problemi più attuali. Del resto, se Vasarely approda all’arte partendo dalla pubblicità, Caterina vi arriva dopo lunghe esperienze quale illustratrice per l’editoria. In entrambi i casi, dunque, siamo nell’universo dei media.
La mostra si articola in più sale, ognuna della quale è dedicata a un tema, dalla crisi dell’euro, al rapporto uomo­natura, al ruolo della chirurgia ricostruttiva. “Nella realtà complessa, i ruoli sono variabili”, scriveva Egeria Di Nallo, ordinaria di sociologia presso l’Università Alma Mater di Bologna. E Caterina traduce questo principio facendo emergere nelle sue opere sia i ruoli positivi, sia quelli negativi dei temi che affronta. L’euro viene dunque visto come un sistema economico che si sgretola, ma che al tempo stesso potrebbe rigenerarsi assorbendo una nuova linfa vitale, in grado, forse, di cambiarne la natura. La chirurgia, negativa se compiace all’eccesso la vanità estetica, rappresenta una conquista impagabile quando consente trapianti di organi malati. L’uomo quando violenta la natura rischia di distruggere il mondo, ma se fa un uso assennato della scienza risolve i problemi di sopravvivenza di intere popolazioni.
Coerentemente con la sua scelta di far emergere l’ambivalenza, la parte chiara e quella scura delle varie situazioni, Tosoni scegli come materiale elettivo con cui lavorare la plastica, colorata con acrilici monocromatici. Plastica che se da un lato è sinonimo di inquinamento, il micidiale plastic trash, dall’altro è anche il prodotto simbolo dei progressi compiuti dalla tecnologia negli ultimi decenni.

Milo Goj